climatizzzazione[1]

Lo scorso 19 gennaio si è tenuta l’audizione informale di Finco – Anighp, (Associazione Nazionale Impianti Geotermia Heat Pump) presso le Commissioni riunite VIII e X, in materia di geotermia a bassa entalpia. Il presidente di Anighp, Alberto Stella, ha presentato una nota di accompagnamento alla documentazione.

«Come riportato nella documentazione presentata in audizione, le istanze di maggior interesse per la nostra Associazione sono elencate nella slide di pagina 26, sotto il titolo “Possibili azioni per lo sviluppo della Geotermia a bassa entalpia”.

Preme sottolineare ulteriormente l’importanza della distinzione a livello normativo tra la geotermia a bassa entalpia, finalizzata alla sola produzione di energia termica per il riscaldamento e la climatizzazione di edifici, che sfrutta temperature della sorgente (terreno) solitamente sotto i 40°C in zone a gradiente geotermico normale (quindi oltre il 90% del territorio italiano) e la geotermia a media ed alta entalpia (sorgente > 90 °C) finalizzata essenzialmente alla produzione di energia elettrica e, secondariamente, di energia termica.

composizione-impianto-geotermico[1]

In pratica, la totalità degli impianti geotermici a bassa entalpia finalizzati alla climatizzazione rientrano nei requisiti delle “piccole utilizzazioni locali” (Potenza
< 2 MWt, ottenuta con pozzi di profondità inferiore ai 400 m e tutti gli impianti che utilizzano sonde geotermiche), così come definite all’articolo 10 del decreto Legislativo 22/2010.

È opportuno che si dia applicazione all’articolo 7 comma 4 del decreto Legislativo 28/2011 (attualmente disatteso da più di tre anni), delineando a livello nazionale la norma per la posa delle sonde geotermiche ed i casi in cui si applica la procedura autorizzativa semplificata, così come definito all’articolo 6 del medesimo decreto.

A valle di tale provvedimento dovranno essere stimolate le Regioni a emanare i relativi regolamenti (attualmente solo la Lombardia ha provveduto), così come previsto all’articolo 10 comma 5 del decreto Legislativo 22/2010 e, contestualmente, alla creazione di registri regionali degli impianti geotermici finalizzati alla climatizzazione.

L’attuale situazione normativa ed autorizzativa, estremamente lacunosa e variegata a livello nazionale, oltre ad ostacolare brutalmente la diffusione di tali sistemi, favorisce l’abusivismo, l’improvvisazione degli operatori ed impedisce di fatto un doveroso controllo sul territorio da parte degli enti.

Al termine dell’audizione, il presidente Ermete Realacci ha manifestato alcune perplessità in relazione alle profondità raggiungibili con le perforazioni funzionali ad impianti a bassa entalpia. A nostro parere tale problema risulta superato dalla definizione stessa di “piccola utilizzazione locale” (articolo 10 decreto Legislativo 22/2010) e dal fatto che la realizzazione di sonde geotermiche oltre i 150 metri di profondità avviene di rado e queste vengono realizzate solamente in contesti progettuali e geologici specifici. Allo stesso modo i pozzi per acqua (geotermia a bassa entalpia a circuito aperto) non sono mai particolarmente profondi, poiché risulta antieconomico sollevare acqua da grandi profondità con pompe sommerse per la sola produzione di energia termica per la climatizzazione degli edifici.

Infine, è opportuno sottolineare l’importante sforzo di dialogo e concertazione che sta portando avanti Anighp, congiuntamente a Finco, nei confronti di enti pubblici, associazioni che operano in

settori contigui e ordini professionali, nella profonda convinzione che la geotermia a bassa entalpia, non solo rappresenti un’opportunità di sviluppo per le aziende del settore, ma anche un valido aiuto per il raggiungimento degli obiettivi assunti in ambito europeo per la riduzione delle emissioni in atmosfera.

Attualmente nel nostro Paese le rinnovabili termiche rappresentano solo il 10 per cento sul totale delle fonti energetiche, dove circa l’80 per cento è rappresentato dalle fonti fossili; nella realizzazione di impianti geotermici a bassa entalpia l’Italia, purtroppo, occupa uno degli ultimi posti in Europa. Da evidenziare, inoltre, come la filiera del comparto possa essere totalmente nazionale. Nel ringraziare nuovamente per l’importante opportunità che ci è stata concessa, si rinnova la nostra disponibilità a fornire un apporto tecnico ad ogni livello in un’ottica di trasparente e fattiva collaborazione».